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Lettrice
Iscritto: 26 Gen 2005
Messaggi: 5
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Inviato: Mer, 09 Feb 2005; 19:40 Oggetto: Sono sicuro + congiuntivo |
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"Sono sicuro", "sono certo" o "sono convinto" possono essre seguiti dal congiuntivo? Secondo me sì, perché esprimono un'opinione personale, ma volevo una conferma. Grazie! |
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Marco1971
Iscritto: 17 Gen 2005
Messaggi: 1461
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Inviato: Mer, 09 Feb 2005; 20:35 Oggetto: |
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Cara Lettrice, i nostri scrittori, dal Dugento al Novecento, non hanno mai usato il congiuntivo in dipendenza da sono certo/convinto/sicuro che (non preceduto da negazione), e questo perché tali espressioni esprimono certezza — sebbene quella, soggettiva, del parlante —, che viene espressa dall'indicativo:
«“Io sono certo” esclamò “sono certo che in tale aspetto ella apparve a Paolo mentre colui cercava dentro di sé l'imagine della Regina trionfale.”» (D'Annunzio, Il fuoco)
«Sono convinto che non c'è altra realtà fuori delle illusioni che il sentimento crea.» (Pirandello, Candelora)
«Almeno sono sicuro che questo è il vero sistema per ridare importanza ad un passato che piú non duole e far andare via piú rapido il presente uggioso.» (Svevo, La coscienza di Zeno).
Se, invece, si usano tali espressioni nella forma negativa, avremo ovviamente il congiuntivo, poiché esprimiamo allora incertezza (sempre quella, soggettiva, del parlante):
«Non sono sicuro che sia vero». |
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Lettrice
Iscritto: 26 Gen 2005
Messaggi: 5
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Inviato: Gio, 10 Feb 2005; 20:43 Oggetto: |
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Grazie mille. Mi son resa conto di aver sempre commesso questo errore, ma da oggi non lo farò piú! |
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Marco1971
Iscritto: 17 Gen 2005
Messaggi: 1461
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Inviato: Ven, 11 Feb 2005; 23:39 Oggetto: |
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Vorrei sfumare un pochinino quel che ho scritto, poiché Lettrice parla di «errore» e non credo che si tratti di giusto o sbagliato.
La scelta tra congiuntivo e indicativo non è sempre facile, anzi, in certi casi è molto complessa: non dipende soltanto dal registro (come può essere in certi casi), ma anche dalla semantica (dall'intenzione del parlante) e — come mi ha fatto notare Infarinato nella nostra corrispondenza privata — da cristallizzazioni dell'uso derivabili, in certi casi, da analogie.
Resto del parere che, nella forma affermativa, al presente, con «sono certo/convinto/sicuro» sia preferibile l'indicativo. Tuttavia, già le forme interrogativa e negativa richiedono normalmente il congiuntivo:
«Sei sicuro che sia vero?»
«Non sono sicuro che sia vero.»
D'altra parte, se volgiamo il costrutto al passato, torna valido il congiuntivo, quando si esprime la controfattualità:
«Ero sicuro che il libro fosse sul tavolo» (mentre evidentemente era altrove).
Diverso da:
«In quel preciso momento ero sicuro che Lucia mi amava»,
che esprimerebbe la certezza d'un sentimento in un dato momento, senza «il senno di poi».
In realtà, la grammatica stessa non è in grado di dare delle regole precise e valide sempre. Le regole, bisogna conoscerle, ma è il pensiero del locutore a decidere, nel rispetto delle possibilità ammissibili, se usare l'uno o l'altro modo. E tale scelta deve, a parer mio, essere frutto anche di grande dimestichezza coi nostri classici: la buona lettura forma e guida l'orecchio. |
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Edoram
Iscritto: 10 Feb 2005
Messaggi: 22
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Inviato: Mar, 15 Feb 2005; 14:26 Oggetto: |
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Trovo quest'ultimo messaggio di Marco1971 estremamente interessante.
scopro solo ora infatti, che interpretare il giusto "modo" del verbo di un costrutto al passato, non è semplice, specie se quando la "controfattualità" (citata appunto da Marco1971) non è chiara o addirittura del tutto assente.
Ne approfitto quindi per girare il problema e porre il seguente quesito:
si può affermare che la scelta del "modo" del verbo utilizzata dallo scrittore sostituisca anche la "controfattuabilità" se mancante?
provo a spiegarmi con un esempio:
«Ero sicuro che Lucia mi amava»
La frase, senza ulteriori specificazioni, non offre al lettore alcuna certezza del fatto che Lucia amasse davvero qualcuno...
...tuttavia, non avendo scelto lo scrittore di utilizzare il congiuntivo, si potrebbe dedurre che, approfittando del costrutto al passato, volesse in quale modo sottolineare al lettore che la sua certezza era (fosse) invece ricambiata.
per correttezza mi sembra logico prorporre anche l'esempio opposto:
«Ero sicuro che Lucia mi amasse»
In questo caso il lettore potrebbe invece interpretare il congiuntivo "amasse" come la prova del fatto che in realtà Lucia non provava (provasse) tale sentimento. Proprio per via del fatto che la scelta di tale modo esprime incertezza... incertezza di cui, il soggetto della frase (io sottinteso), sembra rendersi conto solo in un tempo futuro rispetto a quello in cui l'azione "dell'amare" di Lucia si sarebbe dovuta svolgere.
...
Ho proposto questi esempi sotto forma di "spiegazione" solo per sopperire alle mie scarse capacità comunicative, già messe a dura prova così
Ci tengo quindi a precisare che tutto quanto ho scritto in questo messaggio è realtà da interpretarsi come una domanda rivolta a chiunque si senta di esprimere un giudizio.
Mi rendo conto io stesso che, probabilmente, l'ipotesi qui sopra descritta sia decisamente azzardata.
grazie |
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